mercoledì 12 novembre 2008

Documento di Sintesi dell’assemblea di Scienze della Formazione Palermo

Gli studenti della Facoltà di Scienze della formazione, riuniti in assemblea permanente (Ed.15, piano terra, aula B) dal giorno 22 Ottobre 2008, in continuità col movimento sviluppatosi in opposizione ai disegni governativi (legge 133/2008, DL 137/2008, DL 155/2008 e proposta di legge “Aprea”) volti a smantellare l'istruzione pubblica ed il sistema nazionale di formazione universitaria, costituiscono un comitato di mobilitazione straordinaria e
SOSTENGONO
che l’approvazione del DL n. 112, divenuto, con la conversione, la Legge n. 133/08, ha segnato un solco nella storia dell’Università italiana. Si esprimono forti dubbi sulla rapidità dell’iter legislativo, di norma concessa per le disposizioni urgenti, adottata invece per una legge che, per quanto riguarda l’Università, mira a scardinarne il carattere pubblico e a stravolgerne il sistema.

• L’art. 16 fornisce la possibilità agli Atenei di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato. L’atto prevede che la trasformazione e il trasferimento di immobili sarà esente da tasse. Sotto questo profilo questa “possibilità” è interpretabile come un semplice “invito”. Diventa però una “costrizione” con gli ingenti tagli previsti fino al 2013, che arrivano ad 1.441.500 €. Le Università diventeranno fondazioni in cui conteranno solo le scelte dei finanziatori e degli amministratori, sia nella didattica che nella ricerca, sotto la “vigilanza” del Ministro dell’Università e del Ministro delle Finanze.
L’ articolo 16 rischia di cancellare l’istituzione dell’Università Pubblica, l’insegnamento libero, la concezione dello studio come un diritto e trasformarlo in una concessione di un privato.

• L’art. 66 prevede la limitazione delle assunzioni del personale a tempo indeterminato al 20% dei pensionamenti (viene assunto un professore ogni 5 che ne vanno in pensione). A causa del rapporto docenti/studenti previsto dai "Requisiti necessari", i numeri chiusi verranno istituiti nella maggior parte dei nostri Corsi di Laurea. Il Diritto allo Studio, così come il rispetto dell’Articolo 33 della Costituzione Italiana, diventerà un semplice optional. La conseguenza più incombente per chi frequenta già un corso di laurea triennale sarà il numero chiuso per accedere alla specialistica. Per chi invece frequenta un corso di laurea specialistico e intende dedicarsi alla ricerca, la conseguenza è una strada sbarrata dai troppi ricercatori rimasti in condizioni lavorative precarie a causa del blocco delle assunzioni.

• L’art.66 prevede inoltre la riduzione del fondo di finanziamento per gli Atenei. Le università sempre nell’art. 66, le Università saranno costrette ad aumentare le tasse in maniera incontrollabile, ridurre i servizi agli studenti per chiudere il bilancio in pareggio, a trasformarsi in fondazioni private avendo bisogno di finanziatori esterni. Il tutto mira a rendere i finanziamenti pubblici solo una parvenza, non vincolati alla legislazione attuale; non più didattica e ricerca svincolate da logiche di mercato e di potere, non più qualità, non più diritti.
L’art. 66 porterà Atenei di serie A che riusciranno a percepire finanziamenti privati, e Atenei di serie B che invece dovranno accontentarsi di finanziamenti pubblici ogni anno più ridotti; didattica e ricerca vincolate alle scelte dei finanziatori e didattica e ricerca libera ma senza soldi per portarla avanti.

• In particolare, vista la presenza in facoltà del corso di laurea in Formazione Primaria e delle relative future figure professionali interessate dal decreto 137/2008, esprimono preoccupazione e totale opposizione a tali misure proposte, che comporterebbero: gravissime conseguenze sul piano dell’ accessibilità al mondo del lavoro, dequalificazione dell’insegnamento a partire dall’istituzione del maestro unico, un sistema disciplinare di valutazione del tutto discutibile e più in generale contrarietà allo sfondo di tale decreto in totale controtendenza con l’elaborazione e sperimentazione pedagogica dell’ultimo trentennio.

L’assemblea permanente della facoltà

PROMUOVE
Momenti di sensibilizzazione, mobilitazione e formazione, curando l’aspetto comunicativo attraverso un continuo contatto con i mass media, utilizzando forme di protesta creative e innovative, partecipando ai tavoli di coordinamento interfacoltà, all’assemblea d’ateneo e alle
commissioni politiche e tecniche di quest’ultima.


RICONOSCE
Il mandato che una facoltà come Scienze della Formazione assegna: la comunicazione, la formazione e la crescita di menti critiche e consapevoli in grado di compiere analisi approfondite sulla società. Questi i punti cardine e imprescindibili da cui ripartire per organizzare una coerente e costruttiva forma di protesta.

Per ottimizzare sforzi e soggetti si è istituito il seguente tavolo di coordinamento composto da:
- Rappresentanti degli studenti
- Referenti delle classi.
- Commissione Didattica Alternativa
- Commissione Comunicazione
- Commissione Organizzazione e Mobilitazione


Per poter perseguire gli obiettivi della protesta l’assemblea chiede e propone:

• l'apertura dei locali della facoltà sino alle ore 00.00, per poter usufruire dell’aula dall’assemblea (aula B piano terra) garantendo i lavori di questa e delle relative commissioni.
• la necessità della cooperazione con il corpo docente, dei dottorati e dei ricercatori al fine di arricchire i momenti d’incontro dell’assemblea e del lavoro delle sue commissioni.
• lo spostamento delle lezioni ordinarie in sedi cittadine e di pubblico incontro.
• la creazione di percorsi di discussione sulle conseguenze della legge 133 e su temi legati alla didattica di facoltà, inerenti al contesto attuale per poter stimolare l’acquisizione di una responsabilità civica rispetto a problematiche reali e concrete.
• La costituzione di cicli di seminari formativi su tematiche quali:
- Manipolazione dell’informazione e dei sondaggi d’opinione.
- Legge 137 la prospettiva della scuola italiana, considerazioni psico-pedagogiche e confronto con il modello europeo.
- Storia, sociologia e psicologia dei movimenti negli ultimi trent’anni nel panorama italiano.
• una presa di posizione chiara e ufficiale del corpo docente a vario titolo e dei ricercatori, sulla legge 133 e 137 e sullo stato d’agitazione dell’ateneo attraverso l’approvazione di un documento sottoscritto e reso noto.