domenica 7 dicembre 2008

Al seminario c'era Mario

Interessante, a detta dei presenti (gli assenti si astengono, ovviamente!), il seminario "Siamo in Onda". I prof che sono intervenuti, presentati con una buona introduzione da una (bella...) studentessa di Scienze della Formazione, hanno diversificato le loro analisi. Il simpatico Asmundo, con perfetto umorismo very british, ha spiegato le ragioni economiche della protesta, sicuramente riconducibili ai tagli avvenuti nella finanziaria di Agosto, e giustificati con la crisi globale odierna. Innanzitutto una doverosa distinzione tra economia e finanza, che riguarda propriamente la gestione del risparmio. Anche i mass media contribuiscono a confondere le idee, quando ad esempio introducono le notizie di borsa con farsi come "ed ecco adesso le notizie economiche"; quelle in realtà sono notizie finanziarie in senso stretto. La crisi finanziaria si è dunque trasposta nell'economia reale: il mondo di carta è valso cioè più del mondo tangibile, e si è creato il classico, e deleterio, circolo vizioso. Le imprese, principali trascinatori dell'economia, si finanziano attraverso le banche, ma queste sono andate in malora per gli eccessi dovuti al neoliberismo più spinto, che ha portato a castelli di carta (in senso monetario e metaforico). Così si è innescata la crisi di fiducia: se le banche hanno poco credito non concederanno facilmente prestiti, le imprese così non potranno sostenere i costi immediati (quelli che si devono pagare prima di ottenere ricavi) e quindi un si avrà una flessione di produzione con la conseguenza che si avrà un calo dei consumi. Ciò influenzerà le aspettative, che si ripercuoterà nuovamente su una minore domanda e quindi su una minore produzione.
Per combattere la crisi la Gran Bretagna, ad esempio, (come gli Usa e i maggiori stati europei) ha deciso di investire sul welfare state, aumentando la % di investimenti dello stato del 7%, per combattre una diminnuzione del Pil che gli epserti indicano tra l'1 e il 2%. L'Italia invece aumenta la quota del welfare state solo dello 0,3%, e anzi smantella brandelli di servizi pubblici come appunto l'istruzione, e a breve la sanità; elargendo inoltre elemosine natalizie ridicole, come i famigerati 40 euri mensili in più che i precari si ritroveranno in busta paga.

Un governo del genere può solo generare guai, la situazione continuerà a degenerare se non lo combattiamo con l'informazione e la lotta generalizzata, da estendere a tutte le fasce sociali!

(continua, prima o poi, con le altre riflessioni scaturite dagli interventi degli altri docenti presenti)