La satira sa tira
Il 2008 è un anno di transizione o un anno di trans in azione? Pare che ci sia voglia di cambia(re)mento(re). Negli Usa un nero diventa presidente, poi toccherà al viola; e intanto Michael Jackson diventa momentaneamente incazzato nero. In Italia tutti guardano con ammirazione Obama, e lui chiede “che c'è, sono sporco?”, con Berlusconi che risponde “hai una macchia nera...dovunque!”. Da noi tiene banco, è proprio il caso di dirlo, il movimento studentesco. “Più che il 68 ci piace il 69” recita uno striscione che esplica i motivi della pro-testa. La Gelmini, il ministro alla Ricerca della dIstruzione dell'Università, viene ormai soprannominata acne, in quanto sfogo giovanile. E intanto i futuri disoccupati, preoccupati, si mettono ad occupare gli edifici pur di occupare il tempo. Ad ogni manifestazione c'è la solita guerra di cifre che si risolve con la morte di parecchi numeri, assassinati dalla questura. Se al corteo nazionale di Roma sfilano in 200mila, gli agenti ne conteranno 30mila, poi torneranno a casa per le repliche di Distratto di polizia. Insomma la parola d'ordine del governo è risparmio, se si risparmia sul numero dei partecipanti si risparmiano tempo ed energie per contarli tutti. Si taglia dovunque: si taglia il nastro per inaugurare l'ennesima (e l'effesima) minestra del cinema; si taglia la ministra che non sa ribattere ai giornalisti; si tagliano 80mila tra maestri e maestre; si taglia la corda; si taglia sull'università sin dalla denominazione, che adesso diventa univ. “L'univ d Pa cm fonda” è il messaggio ricevuto dal rettore, che ha risposto con uno scarno “o cappa” per adeguarsi allo slang giovanile. Da citare poi il best seller(io) “L'università truccata, anche se la preferisco acqua e sapone”, che denuncia le storture del mondo accademico, come i corsi di laurea con un solo studente, il quale si mette sempre in ultima fila. L'intento di questo esecutivo è prevedibile come un giallo in cui l'assassino non è il maggiordomo: avere una scuola pubblica privata di tutto. Per capirne e carpirne di più, ho parlato con un protagonista dell'Onda, provocandolo con la frase “voi studenti cercate il pretesto per qualsiasi protesta, e non suggerite proposte”. Ecco cosa mi ha confidato: “Io credo in quel che faccio. Mi reputo fortunato come quel tale investito da un'autoambulanza. Sogno di avere il tempo per sognare. Non mi svago più, al massimo vago su e giù. Ma mi fa piacere notare che attivo fa rima con vivo”. Forse i giovani cambieranno il mondo ma devono sbrigarsi, prima che il mondo cambi loro...in argento.
Andrea Turco