lunedì 10 novembre 2008

68 -77- Pantera- No global: noi siamo diversi!

Il 2008 sarà contrassegnato come l’anno dell’Onda, il movimento di protesta nato contro la legge 133 della carissima ministra Gelmini in tutte le università italiane. Non è raro leggere nei quotidiani continui rimandi e difficili paragoni a movimenti passati come sono stati quelli del ’68, del ’77 e della Pantera nell’ 89. Tenendo conto del movimento No Global di fine anni ’90 che coinvolgeva in maniera più generale i ragazzi in Italia, dove anche molti universitari hanno trovato l’opportunità per manifestare il proprio disagio, si può, con dati alla mano, affermare che ogni 10 anni (o quasi) il mondo giovanile scoppia, come una programmata bomba ad orologeria. Partendo dall’assunto di base che teorizzare sulla vera o presunta somiglianza dei vari movimenti sia sbagliato perché ogni protesta è figlia del proprio tempo, vi diamo motivi per credere che l’Onda, così come viene definita dai giornali, sia unica e originale. L’anno di ribellione per antonomasia è il 1968, partito dall’università di Barkley e divenuto celebre nella vecchia Europa con gli studenti di Parigi. Il periodo post-bellico mostrava per la prima volta forme energiche di dissenso, fu la prima volta che si mise in discussione il mondo scolastico e l’intero sistema, si proclamavano patetici assalti al cielo e la partecipazione giovanile fu immensa. I risultati ottenuti, dall’attenzione per le minoranze a meccanismi meno alienanti nella gestione del sapere e del potere, furono incoraggianti; ma la rivoluzione agognata fallì. E nel ’77, l’anno del punk, la sommossa fu più anarchica e cattiva, adesso anche i figli dei fiori diventavano eredità pesanti da boicottare, ci si riempiva di spille da balie, si vedevano creste colorate, bastava conoscere 4 accordi e si metteva su un gruppo con il quale urlare la propria rabbia e il proprio nichilismo. Nel dicembre ’89 l’occupazione della facoltà di Lettere a Palermo, contro l’ennesima riforma (la Ruberti)che smantellava il sistema accademico, diede il via a una serie di occupazioni, seminari alternativi, creazione di biblioteche, ma il movimento non riuscì ad avere posizioni unitarie e concrete e resistette solo pochi mesi. Si respirò aria nuova grazie ai centri sociali, protagonisti anche del movimento no global che, ispirati dal libro No logo di Naomi Klein, si scagliavano periodicamente contro le riunioni del G8 e del Wto (chiamato dai punkreas W Terrorismo Organizzato!) e chiedevano a gran voce la fine della globalizzazione selvaggia e del capitalismo sfrenato, con la dovuta attenzione alle fasce deboli della popolazione.
2008: è arrivata l’Onda, anomalo movimento che ha avuto origine dalle manovre economiche sull’università varate dal duo Tremonti - Gelmini. Un’adunata che si dichiara apartitica e distante dalle proteste precedenti. Non è più tempo di kefia e borchie e no logo, adesso scendono in piazza tutti, dai baroni agli studenti, dai figli di papà agli irriducibili proletari. La politica qui non c’entra, il governo di centrodestra sulle “riforme” scolastiche attira le critiche di sinistroidi ed alleanze etiche, di attivisti e di passivi devoti alla dea tv. La 133 è la classica goccia che fa traboccare il vaso, ma quello che accomuna un movimento così eterogeneo è la volontà di non incollare con fatica i singoli cocci che si sono salvati, ma di avere un vaso nuovo, un’università e una ricerca finalmente degna di un paese civile.

2 commenti:

Pantera90 ha detto...

Ne siete così sicuri? Parliamone, magari tra un po'. Intervenendo a Firenze per portare i saluti dell'Assemblea Nazionale del '90 ;-) e dormendo sul portapacchi (come 18 anni fa) del "no gelmini express" per Roma non mi siete sembrati così diversi. Sociologicamente. Molto diversa è la situazione internazionale, invece. Sono io che mi son dato un autolimite e son rientrato a Bologna per continuare il mio lavoro (quello vero, al di là di qualche goliardata, che spero mi concederete) di portavoce dell'Assemblea Delle Scuole (quella della notte dei fantasmini del 15-10 e delle lezioni in piazza del prossimo 22-11, cfr. retescuole), ma molti mi avevano caldamente invitato a restare. La cosa spassosa è che nel '90 la prima cosa che abbiam detto è stata "non c'entriamo niente con il '77 ed il '68", poi che eravamo apolitici, capendo dopo un po' che chi si occupa della polis ovvero dello stato (Atene = città-stato) è politico ma apartitico, STOP! (altro autolimite: non parlo di cose di cui non stiate già parlando). Diversi? Lo spero, sinceramente! Che costruiate sui nostri errori e facciate tesoro delle cose buone. Però date un'occhiata alla legge Ruberti del '90: tutto cominciò lì, è nei fatti. E se la cesura fosse tra il "secolo breve" finito nello '89 ed il dopo? Più tra '68 e '77 da un lato e Pantera ed ondA Anomala dall'altro? Certo, parlo "pro domo mea", mi piace sentirmi "contemporaneo", invece che "obsoleto" ma come tesina di "storia del tempo presente" è o non è una domanda degna? Ero davanti al vostro (di Palermo) striscione al Pantheon, venerdì, con lo spezzone delle Pantere Grigie (3 è già gruppo ;-)), peccato che non mi sia fermato a parlare con voi, Palermo è nei cuori di tutte le pantere grigie ("da Palermo a settentrione..."), ma poi ci siamo imbucati nei vicoli e vi ho perso. Immagino che prima o poi, su spinta degli studenti di storia, sentiate l'esigenza di ricuperare la memoria storica dei movimenti precedenti, intanto il riassuntissimo Pantera lo trovate QUI. Voglio darvi un'ultima notizia storica: come Ancora in Movimento spazio autogestito su Radio Città Del Capo di Bologna (network di Radio Popolare) continuammo a definirci "articolazione locale del GRAFFIO, redazione nazionale di Palermo" fino al '93, quando alla domanda "di quale movimento siete spazio autogestito?", non trovammo risposta adeguata, perduti i contatti con voi (i vostri genitori ;-)) molto prima. One cannot unite a community without a newspaper or journal of some kind Gandhi. Finché è esistito il GRAFFIO della Pantera ed Okkupanet la rete VAX (e non FAX, i giornalisti non ci han capito niente. Pensavate fossimo primitivi? Ce l'avevamo anche noi la rete! Ed era unica tra tutte le ali del Movimento, politicamente neutrale) è esistita la Pantera, è la mia tesi da storico dilettante e sistemista GNU/Linux professionista. Ora io ho un problema: ad Informatica Pisa, nel '93 costruimmo un "anello di riserva" della rete, con tutti i mezzi, compresi i piccioni viaggiatori ;-), che fu spento nel '97, "...in attesa della crisi del futuro, tra 5, 10 o 15 anni", come recita l'ultimo pacchetto circolato. Ennesima goliardata? Senz'altro! Ma la tentazione di attivare il flooding e mandare il primo pacchetto del XXI secolo (democrazia = reti paritarie = tutti parlatori ed ascoltatori allo stesso livello di privilegio) è forte, non fosse altro per vedere se la rete risponde davvero. Telefonate tradizionali e videochiamate in rete si incrociano sù e giù per l'Italia e l'Europa (cervelli in fuga), contatti informali tra pantere grigie che non si sentivano dal secolo scorso, la domanda è una sola: è opportuno farlo? L'indicazione prevalente è: Palermo, appelliamoci all'autorità morale dei Primi Nati (come Pantere, non come elfi ;-)) per un consiglio, non vogliamo increspare l'onda, solo essere armonici ad essa. Trovata la keyword di "apertura al sociale" noi pantere cercammo disperatamente un sociale che rispondesse, senza trovarlo; oggi nel sociale ci siamo noi, dobbiamo aspettare l'onda portante o segnalare per primi siamo in onda? Prima proiezione mentat: emettere solitone. "Ma a Palermo non sono gli stessi, vi rendete conto che son passati 18 anni?" "Qualcosa sedimenta e rimane, Firenze08 non assomiglia forse a Firenze90 e Roma08 a Roma90? Gli unici che parlano di movimento89 sono a Palermo. Che le figlie cerchino le Altre Memorie delle madri" "Ed i padri?" "Potrebbero essere caduti nel frame del padre severo, le madri è presumibile adottino quello del genitore premuroso (insieme a parte dei padri)" "E se il solitone perturba l'onda?" "I solitoni sono un'onda non lineare che non perturba altre onde e poi i Flussi di Informazioni sono viscosi l'entropia dei pacchetti bassa, la soglia di enucleazione lontana, il confine frattalico di un attrattore strano sul piano delle fasi fuori portata, il contemporaneo scuotimento delle teste e delle istituzioni 25 anni nel futuro [ALU: correzione! Ricalibrata proiezione assumendo inversione ciclo 2008. Punto di fuga 2038. Ipotesi di lavoro, effetto allungamento generazionale], rischio di creare il mitico 'buco bianco' dell'infosfera minimo" "E se non sanno più di che stiamo parlando?" "Hanno la rete delle reti, noi avevamo una rete sola" "Su cui arrivò Metafora e Guerra di Lakoff" "E tante altre cose" "Che avevamo metabolizzato nel '93, non nel '90" "Giusto" "Autolimite!" "Ed il solitone?" "Autolimite dopo il solitone" "Soglia temporale febbraio '90?" "Soglia Assemblea Nazionale di Firenze90, conclusasi l'Assemblea Nazionale di Roma08" "E poi?" "Adelante cum judicio" "Spagnoli, non parlate più italiano? Lo svedese lo parla" "Lo parrrliamo anche noi, ma non ci va di scendere nel mondo fisico a cercare la carta" "La carta!? Brrr!" "Perché non usiamo gli archivi elettronici?" "Effetto distorcente: solo noi della IperInterScienza eravamo totalmente in rete" "Giusto, molti contributi degli umanisti non fecero mai la transizione" "Ci sono i Floppy Perduti" "Anche se li ritroviamo chi ha mai l'hardware per leggerli" "Un museo, facciamo come loro" "Calma, i nastri NASA hanno 40 anni, i Floppy Perduti solo 18. Leggiamo tutti il 3 e 1/2, no? Chi legge il 5 e 1/4?" "Io, HW Apple ][ ed M24" "Allora possiamo tentare di ritrovarli" "Dobbiamo, dunque, restare visibili in rete?" "Per la ricerca delle fonti documentali è inevitabile, per il resto stacchiamo i casi cerebrali ed emergiamo nel mondo fisico" "Keyword?" "La ricerca delle fonti della giovinezza" "OK" "E per il resto?" "Stand-by in attesa di consigli, riattivazione su interrupt di Inverno Muto" "PLOP". Allora, che famo? Ai posteri (voi ;-) ) l'ardua sentenza.

Anonimo ha detto...

E' chiaro che avevi tante cose da dire e te ne abbiamo data la possibilità. Siamo felici di questo, di poter parlare con chi dal passato, non troppo passato, rivesta la maschera di quell'atto scenico che a Palermo ha visto "La Prima".